Lo scopo di questa Unità introduttiva è quello di fermarsi a pensare all’aspetto più complesso e alla base del dialogo, ovvero l’ascolto. La struttura ricalca quella precedente ed è possibile anche condensare le due unità in un’unica sequenza.
Come nell’unità precedente sarà bene partire sgombrando il campo dai possibili fraintendimenti lessicali, analizzando la differenza tra “sentire” e “ascoltare”, con particolare attenzione al coinvolgimento del soggetto. Anche in questo caso sarà bene far emergere l’esperienza diretta dei ragazzi.
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In questi file sono riportati i testi di Martini e di altri autori proposti per questa Unità, come pure i link per scaricare gli articoli della rivista Aggiornamenti Sociali suggeriti per l’approfondimento.

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Alcune domande
- C’è differenza tra ascoltare e sentire? Se sì, quale? Potrebbe poi rivelarsi utile sottolineare la differenza tra le forme “mi sono sentito ascoltato” “mi sono sentito”.
- Quando mi sono sentito ascoltato? Quando no? Che cosa ho provato in entrambe le occasioni?
- Chi mi ascolta (quasi) sempre? Chi (quasi) mai? Perché?
- Quando ho ascoltato? Quando no? Che cosa ho provato in entrambe le occasioni?
- Chi ascolto (quasi) sempre? Chi (quasi) mai? Perché?
L’ascolto musicale
È poi necessario abbordare la grande tematica dell’ascolto musicale. Per evitare di perdersi in questo mare magnum consigliamo di stimolare i ragazzi a creare delle playlist di canzoni a loro note che parlano, in maniera positiva o negativa, di ascolto e dialogo e condividerle insieme. Questo materiale potrà poi essere utile nelle altre Unità o per lavori trasversali con altre materie, come italiano.
Per chi volesse poi avventurarsi nel mondo della musica classica e partire con dei video originali e accattivanti:
Salut Salon “Wettstreit zu viert”
“Competitive Foursome”
Vivaldi – Viola d’Amore concerto in D minor
Concerto for Strings in B-flat major
Concerto per Viola d’Amore
L’Unità potrebbe concludersi con due lavori, stimolando i ragazzi a:
- identificare le caratteristiche necessarie per un buon dialogo e ascolto, confrontandole poi con i testi di Martini e Sclavi proposti.
- individuare le diverse categorie di dialoganti e di dialogo possibili, capendo quindi quali UDA/isole utilizzare successivamente.
Testi di Carlo Maria Martini sul “buon ascolto”
Ascolto e memoria
(da Carlo Maria Martini, Il silenzio, Piemme 1993, p.77)
Le condizioni di un buon ascolto
(da Carlo Maria Martini, Il silenzio, Piemme 1993, pp. 11-12)
Testi di Marianella Sclavi sull’arte di ascoltare
Che cosa vuol dire ascoltare in modo attivo?
Intervista a Marianella Sclavi
Le regole dell’arte di ascoltare
(da Marianella Sclavi, Arte di ascoltare e mondi possibili. Come si esce dalle cornici di cui siamo parte, Bruno Mondadori 2003)
Secondo passo: comunicazione
Dopo aver riflettuto su dialogo e ascolto, è possibile ora arrivare a parlare di comunicazione. L’isola COMUNICAZIONE è un porto intermedio o iniziale, a scelta, perché consentirebbe di proporre una esercitazione comune prendendo spunto da testi di differente complessità.
La comunicazione – esercitazione
“È l’ascoltare e insieme l’osservare che costituiscono la pienezza dell’uomo”.
(Carlo Maria Martini, Il silenzio, Piemme, 1993, p.70)
La nostra è la società dell’informazione e della comunicazione. Così la sociologia tende a identificare il nostro vivere con gli altri, talvolta riducendo la comunicazione e l’informazione a processi automatici, o comunque gestiti da altri. Una breve riflessione sul significato di queste parole può aiutare a comprendere meglio di cosa si parla.
Possiamo provare a comprendere qualche significato della comunicazione – cosa succede quando si comunica – per esempio osservando e appuntando cosa avviene in classe durante una discussione.
In questo esperimento si richiede a due o tre studenti di rinunciare ad intervenire nel dibattito per svolgere il ruolo di osservatori/verbalizzatori.
Al termine della mezzoretta di discussione, i due/tre osservatori possono relazionare alla classe quello che hanno visto/ascoltato, con particolare attenzione ai seguenti aspetti che gli studiosi di comunicazione nel corso di molti studi hanno messo in evidenza.
In sostanza si tratta di ipotizzare il significato delle seguenti affermazioni:
- La comunicazione è circolare
- La comunicazione è inevitabile
- La comunicazione può riguardare il contenuto (l’argomento di cui si parla) e la relazione
- La comunicazione può essere verbale o non verbale
- Se durante la comunicazione avviene un disturbo, tende a diffondersi
- Se avviene un disturbo, nel gruppo avviene una reciproca attribuzione di responsabilità
Infine: difficilmente la comunicazione dei dati osservati tende ad essere a-valutativa. È vero?
Scegliere tra i seguenti un testo di Carlo Maria Martini da leggere e discutere in gruppo. I quesiti suggeriti sono puramente indicativi.
Testi di Carlo Maria Martini sulla comunicazione
Testo 1
(da Carlo Maria Martini, Dare a ciascuno una voce, discorso della vigilia di S. Ambrogio, 6 dicembre 1980, in GEP, Bompiani 2017, p. 27)
Quesito: comunicazione autentica e inautentica. Cosa le distingue?
Testo 2
(da un’intervista a Carlo Maria Martini a cura della rivista “Confronti”, 2002)
Quesito: quali possono essere i comuni punti di riferimento in una comunicazione autentica?
Testo 3
(da Carlo Maria Martini, Il silenzio, Piemme 1993, p. 60)
Quesito: il silenzio nella comunicazione. Prima, durante, dopo.
Esperienze di silenzio? Per richiamare alla memoria, per riflettere, per intervenire. A cosa serve il silenzio?
Altri materiali martiniani
Intervento del prof. Salvatore Natoli
alla presentazione del volume Le cattedre dei non credenti, Bompiani 2015, tenuta a Milano il 20 ottobre 2015
Intervento del prof. Carlo Sini
Materiali di approfondimento
dalla rivista Aggiornamenti sociali