Percorsi martiniani

LA SCUOLA DELLA PAROLA

Duomo di Milano, 6 novembre 1980
Più di duemila giovani si ritrovano nella cattedrale per ascoltare il loro vescovo, che raggiunge i cuori e le menti di quei ragazzi spiegando il metodo della lectio divina per leggere la Bibbia. Inizia così l’avventura della Scuola della Parola, una delle esperienze più innovative e affascinanti del ministero di Martini.

L’INIZIO

La Scuola della Parola nella sua prima versione ebbe luogo nel Duomo di Milano dal 6 novembre del 1980 al 4 giugno del 1981, il primo giovedì di ogni mese, con un totale di sette incontri. Fu intitolata appunto “Introduzione alla preghiera”, con la scelta da parte dell’arcivescovo Martini di imperniare gli incontri sulla lectio di alcune preghiere prese dal Vangelo di Luca e dagli Atti degli Apostoli. La struttura degli incontri fu sperimentata per la prima volta: si partiva da una introduzione con canti e letture bibliche poi seguiva la meditazione del cardinale, il silenzio e la preghiera comune. Si chiudeva ancora con una preghiera comune. La prima serata fu una grande sorpresa, perché il Duomo si riempì di duemila giovani e nelle serate successive il numero non diminuì, come capitava spesso di fronte a qualche novità che non era più tale. I giovani passarono rapidamente da duemila a cinquemila. Arrivavano anche da fuori diocesi e dalla Svizzera e la gente continuava ad aumentare di mese in mese finché la Scuola della Parola fu spostata fuori città nelle diverse zone pastorali.

Archivio fotografico ITL/Belluschi

Insegnaci a pregare

Il 7 maggio 1981, nel Duomo di Milano, Martini conduce il 6° incontro della seconda edizione della Scuola della Parola intitolata Itinerario di preghiera con l’evangelista Luca. Qui sotto il link all’ audio originale.

Qualche anno dopo, Martini racconterà i suoi sentimenti del primo incontro con i giovani in Duomo, il 6 novembre 1980:
“Quegli anni hanno conosciuto anche una singolare fame della parola di Dio da parte dei giovani… La prima sera scesi in Duomo con molto timore perché pensavo di trovare cento persone. Erano molte di più. La seconda sera, pensavo, saranno la metà. E invece erano il doppio e così crebbe il numero. Ogni volta che scendevo in Duomo non osavo guardare perché pensavo fosse vuoto, poi mi accorgevo che era pieno e prendevo coraggio. Ricordo con quanto impegno, con quanto silenzio quei giovani ascoltavano e meditavano la Parola. Io insistevo che la vera lectio incomincia quando, terminata la spiegazione del brano, si passa al silenzio meditativo, senza canti e senza musica. Era commovente constatare il profondo silenzio adorante di tanti giovani riuniti insieme. Imparai a capire quanto i giovani sono capaci di pregare e fare silenzio”.
Carlo Maria Martini in una intervista a don Giuseppe Grampa, ricordando la prima edizione della Scuola della Parola, in La Scuola della Parola, Bompiani, 2018, pag. XXXIV

E’ compito del vescovo annunciare la Parola dalla Cattedrale

ìSono passati ormai vent’anni dalla prima Scuola della Parola ma il ricordo prezioso e bellissimo che Martini conserva nel suo cuore non svanisce. Il 5 maggio del 2005, partecipando ad un incontro organizzato dalla Diocesi di Bergamo, Martini ricorda i momenti vissuti con i giovani in Duomo.

L’ORIGINE DELL’IDEA

Martini raccontò più volte che il progetto prese corpo in lui e nella diocesi in modo molto rapido dopo il suo arrivo a Milano, ma anche in una forma quasi occasionale e per rispondere a un bisogno specifico e concreto con cui lui si era incontrato, non quindi come un frutto di una pianificazione a tavolino di un’esperienza.

Nata quasi casualmente

Mons. Franco Agnesi, Vescovo e Pro-Vicario generale della Diocesi di Milano dal 1995 al 2003, ricorda come nacque l’idea della Scuola della Parola

Potrebbe spiegarci come pregare con il Vangelo?

La testimonianza diretta di Martini:

“Ho ricordato più volte come, appena arrivato a Milano, mi fu chiesto da alcuni giovani di Azione cattolica di spiegare loro come pregare con la Bibbia. Era il mese di maggio, io ero appena arrivato a febbraio, ci trovammo nel cortile del seminario di corso Venezia e spiegai un poco qualche cosa: insistettero per avere qualche esempio pratico”
Archivio fotografico ITL/Belluschi

LA LECTIO DIVINA COME METODO PER ACCOSTARSI ALLA PAROLA

Martini aveva elaborato negli anni un’attenzione per un tipo di approccio alla parola di Dio nella Bibbia che non era così conosciuto e diffuso nella Chiesa italiana: quello riassumibile nell’esperienza patristica e monastica della lectio divina, che era stata fiorente fino al XIII secolo e poi piuttosto dimenticata nei secoli dell’età moderna e solo di recente riscoperta e attualizzata, nel clima del ressourcement (ritorno alle fonti) che aveva preparato il concilio.

Sulla base quindi di questa riscoperta progressiva e ancora iniziale, che lo aveva visto tra i protagonisti come giovane studioso, il Martini arcivescovo proporrà via via con continuità di utilizzare e aggiornare l’antico metodo, nelle sue diverse fasi di approccio al testo (lectio, meditatio, oratio, contemplatio, completati in seguito con consolatio, discretio, deliberatio, actio). Le Scuole della Parola diverranno quindi fin dal primo momento scuole di lectio divina, come metodo da far gustare e assimilare ai giovani.

Un metodo semplice: lectio, meditatio, oratio

Durante gli incontri della Scuola della Parola, Martini indicava ai giovani un metodo antico e semplice per ascoltare il Testo. In questo video il Cardinale riassume bene il senso e il processo della Lectio: “Se leggi il testo con la penna in mano, vedrai che diventa sempre nuovo, va letto ogni volta come  se fosse la prima volta”

La Lectio nella tradizione e nella pratica attuale

Qui accanto il dattiloscritto originale del contributo di Martini sul tema della Lectio divina, pubblicato poi nella rivista Servizio della Parola, nell’aprile del 1984 e  presente in Archivio digitale. Lo stesso testo è stato incluso nel nuovo volume dell’Opera Omnia, La Scuola della Parola in libreria dal 15 febbraio 2018.

IL VENTO NUOVO DEL CONCILIO

Un momento straordinario

Martini ricorda il Concilio come forse il momento più bello della sua vita, soprattutto per la posta in gioco sul tema della Scrittura legato alla Costituzione sulla Parola di Dio, la Dei Verbum.

Il lettore diventa interprete

Martini conosceva profondamente la Bibbia e la dinamica insita nel testo biblico che obbliga il lettore a diventare interprete, ascoltatore e profeta della Parola. La testimonianza su questo tema di padre Pietro Bovati SI, Rettore del Pontifico Istituto Biblico.

Ascolto tridimensionale della scrittura

Padre Silvano Fausti, biblista e accompagnatore spirituale di Martini per molti anni, ricorda come Martini ascoltava personalmente il testo biblico.

CERCATE UN METODO

 

Nell’anno 1987, Martini decise di tenere una Scuola della Parola dedicata prevalentemente ai membri dei consigli pa­storali parrocchiali e decanali della diocesi. La scuola iniziò in Duomo il primo giovedì di gennaio, dopo che i mesi finali del precedente anno 1986 erano stati dedicati al grande convegno diocesano di Assago su “Farsi prossimo”. Come tema per la Scuola egli scelse: “Il pane per un popo­lo”, affrontandolo attraverso la lectio divina del racconto della moltiplicazione dei pani secondo il Vangelo di Matteo (14,13- 21) e i passi paralleli degli altri evangelisti.

Qui accanto l’immagine del cartoncino dell’incontro che riproduceva i testi dei passi paralleli in Sinossi. Si notano gli appunti e le sottolineature scritte da Martini in preparazione dell’incontro.  (Dal volume, La Scuola della Parola, Bompiani, 2008)

Archivio fotografico ITL/Belluschi
Ciò che diceva nasceva anche dai suoi ascoltatori

La testimonianza di Mons. Renato Corti sui momenti suggestivi delle prime Scuole della Parola in Duomo:

“Ricordo che a causa dei lavori in corso, solo la metà della cattedrale era disponibile. Nei mesi invernali l’arcivescovo portava un grande mantello nero per proteggersi dal freddo. Il silenzio dei giovani aveva qualcosa di miracoloso. La maggior parte di essi non aveva alle spalle un’esperienza simile. Era chiaro che l’essere lì non era per loro un dovere, ma soprattutto un’attesa e una speranza. Più di una volta ho potuto osservare i fogli degli appunti dell’arcivescovo. Mi facevano pensare non a un lavoro già ben rifinito, ma all’abbozzo di qualcosa in fieri che nasceva dentro di lui e che poteva nascere anche nei suoi ascoltatori. Penso che non rare volte sia avvenuto proprio così. Queste convocazioni dei giovani erano guidate dall’intima passione dell’arcivescovo di portarli a fare, soprattutto della parola di Dio proclamata nella liturgia domenicale, la lampada sul loro cammino. Anzi, dal desiderio che la parola di Dio arrivasse, prima o poi, alla sua destinazione più vera: il cuore di ciascuno di quei ragazzi.”

Dalla Introduzione di Franco Agnesi, in La Scuola della Parola, Bompiani, 2018, pag. XXXVIII

Gli appunti di Martini

Qui accanto gli appunti olografi preparati da Martini come commento a Gv 12,1-19 in vista del sesto incontro della Scuola della Parola, Il Pane per un popolo, dal titolo La comunione dei Santi, svoltasi nel Duomo di Milano il 4 giugno 1987.

Queste ed altre immagini sono contenute nel libro La Scuola della Parola (Bompiani, 2008) per gentile concessione dell’Archivio Storico Diocesi di Milano – Segreteria dell’Arcivescovo Carlo Maria Martini.

Avvicinati a questa Parola

Don Franco Brovelli, per anni stretto collaboratore di Martini, ricorda come l’esperienza di predicazione degli esercizi che Martini non ha mai interrotto, lo ha portato quasi in modo naturale a condividere un metodo per esercitare ed educare alla Lectio divina.

Il metodo degli Esercizi ignaziani

Padre Silvano Fausti sottolinea come la genialità di Martini fu quella di applicare il metodo degli Esercizi alla pastorale ordinaria.

DALLA PAROLA ALLA MISSIONE

 

Nel 1988-1989 Carlo Maria Martini tenne una serie completa di lectio per la Scuola della Parola collegata alla grande convocazione giovanile che culminò in primavera nella cosiddetta assemblea di Sichem. La riflessione sul capitolo 24 del libro di Giosuè accompagnò i giovani alla riaffermazione personale della scelta di fede nell’alleanza suscitata dalla chiamata personale del Signore.

Archivio fotografico ITL/Belluschi
Qui di seguito le parole vibranti di Martini rivolte ai giovani il giorno dell’apertura della Assemblea di Sichem, il 3 novembre 1988:

“Sono pieno di emozione perché questa sera sono in contatto con voi mediante quell’invisibile e misterioso vibrare dell’aria che è la voce. E questa voce mi fa comunicare non soltanto con i venticinque gruppi di giovani in ascolto in tante diverse parti della diocesi, ma con molti altri. Con l’emozione sento anche il timore. Non sarà troppo fragile il mezzo della voce? Riusciremo a vivere davvero un’esperienza di raccoglimento e di orazione? Signore, ti preghiamo insistentemente, insieme con gli apostoli nell’ora della prova, insieme con Maria e con tutti i santi: donaci di vivere questo contatto così fragile con la forza dello Spirito Santo che fa di coloro che sono lontani una perfetta unità! Donaci di sentirci uniti e vicini, come se fossimo a contatto fisico l’uno dell’altro nella grazia del tuo santo Spirito.” (La Scuola della Parola, Bompiani, pag. 716)

Silvia Landra, oggi presidente dell’Azione Cattolica Ambrosiana, ricorda l’importanza determinante dell’esperienza della Scuola della Parola

UN APPLAUSO DI VENTIDUE ANNI

 

L’arcivescovo Martini nell’omelia in occasione dell’ultima veglia “In traditione symboli” da lui presieduta, il 23 marzo 2002, si rivolse così ai giovani:
“Sostenete il primato della Parola e custodite la Bibbia nel cuore, ve l’affido come il dono più bello: nella mia vita la Bibbia mi ha sempre accompagnato nella gioia e nel discernimento, nella preoccupazione e nella speranza, e sempre mi accompagnerà. Custodite la Parola e con la Bibbia pregate anche per me”

Monsignor Agnesi ricorda il lungo applauso dei giovani al Cardinale come riconoscimento del cammino percorso insieme a partire dalla prima Scuola della Parola: “Quella sera i giovani presenti in Duomo – ne fui testimone – lo salutarono con un applauso che durò dodici minuti. Quel giorno di maggio del 1980, nel cortile di corso Venezia, e poi nei “giovedì in Duomo”, venne seminato un piccolo granello di senape che poi crebbe e divenne un albero così grande da ospitare alla sua ombra tanti giovani che nella lettura orante della Scrittura trovarono l’unità di vita, in un’esistenza spesso frammentata e lacerata.”

Dalla Introduzione di Franco Agnesi, in La Scuola della Parola, Bompiani, 2018, pag. XLIV

L’incontro con la Parola rinnova l’umanità

La Bibbia è un libro letterario, perché crea un linguaggio comunicativo, narrativo e poetico di straordinaria efficacia e bellezza, un linguaggio che sta alla base di alcune delle nostre lingue moderne europee. In particolare penso alla lingua inglese e alla lingua tedesca, nate insieme con le grandi traduzioni bibliche…

Così si esprimeva il Cardinale Martini nella nella Lectio Magistralis pronunciata l’11 aprile 2002 in occasione della Laurea Onoris Causa conferitagli dalla Università Cattolica del Sacro Cuore.

I brigatisti avevano ascoltato la Scuola della Parola sul “Miserere”

Don Luigi Melesi, cappellano del carcere di San Vittore di Milano dal 1978 al 2008, racconta perché i brigatisti reclusi in carcere decisero di consegnare al Cardinale Martini le armi, chiudendo così definitivamente la fase della lotta armata. “Avevano ascoltato la predicazione del Cardinale in Duomo nella prima Scuola della Parola sul Miserere…”

IN UN SOLO VOLUME TUTTE LE SCUOLE DELLA PAROLA

 

Il quarto volume dell’Opera Omnia di Carlo Maria Martini è stato pubblicato dall’editore Bompiani in collaborazione con la Fondazione Carlo Maria Martini, con il titolo La Scuola della Parola. “Per la prima volta – scrive Mons. Franco Agnesi nella Introduzione al volume – sono stati raccolti i testi fondamentali correlati ad una delle più forti e significative proposte su cui l’arcivescovo Carlo Maria Martini qualificò il suo ministero pastorale a Milano: quella della Scuola della Parola. Oltre ai testi in cui egli parlò di tale iniziativa e ai discorsi che abbiamo reperito in cui egli si rivolgeva ai protagonisti delle scuole (in particolare i predicatori che lo affiancarono), proponiamo l’edizione il più completa possibile di tutte le scuole da lui stesso predicate (alcune integralmente, altre soltanto per alcuni incontri).”

Nella prima parte del volume sono raccolti alcuni interventi in cui Martini introduce e spiega la sua proposta, collegandola al metodo della lectio divina, e quindi alcuni testi di discorsi da lui tenuti ai predicatori che lo affiancarono in questa iniziativa; nella seconda parte sono invece riprodotti i testi di tutte le scuole della Parola da lui direttamente tenute, comprensivi di tutte le lectio di cui è stato possibile recuperare il testo. Impreziosisce il volume la Prefazione del Card. Gianfranco Ravasi.

Cronologia delle Scuole della Parola
6 novembre 1980 – 15 marzo 2002

In appendice al volume, viene proposta per la prima volta una Cronologia completa delle date e dei luoghi delle Scuole della Parola predicate dall’arcivescovo Martini, oltre a un Indice dei passi biblici citati e al consueto indice dei nomi.

La Bibbia come mappa ideale

Riportiamo qui un brano di Mons. Gianfranco Ravasi, tratto dalla Introduzione al volume (La Scuola della parola, Bompiani, 2018)

“Davanti al lettore si apre ora un ampio orizzonte tematico ritagliato all’interno di quel vero e proprio mare testuale che sono state le parole del cardinale Carlo Maria Martini, parole spesso dette e poi cristallizzate in una pagina da parte di redattori diversi, oppure da lui stesso affidate a un libro o a un saggio. Questo orizzonte è certamente uno dei più cari all’arcivescovo: egli lo percorreva tenendo come mappa ideale la Bibbia, da lui tanto amata nella sua unità e integralità, inseguita nelle sue articolazioni, scavata nella sua ricchezza. È emblematico, al riguardo, quanto affermava in un suo intervento pubblicato nel 1986: “A me, che leggo la Scrittura ormai da circa quarant’anni, essa appare ogni volta così nuova e ricca da destarmi stupore e da creare quello shock dell’intelligenza e dell’emozione che suscita il senso dei valori umani e che mette a contatto con i valori stessi di Dio”.

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